La mostra, organizzata con il patrocinio della Provincia di Salerno, e curata da Marco Alfano, presenta una selezione di opere di: Umberto Canfora, Luigi Franzese, Fernando Garbellotto, Renato Intignano, Marco Natale, Antonio Pesce, Raffaele Sicignano.
Nella suggestiva cittadina cilentana, le opere in mostra scandiscono un percorso espositivo che individua una campionatura dell’odierna produzione di artisti appartenenti a generazioni diverse, in un dialogo-confronto che attraverso continuità e divergenze servirà ad intessere un discorso che attiene soprattutto al linguaggio prescelto e del suo “medium”: la pittura.
È un tracciato che articola possibilità che vanno dalla declinazione pittorica di Pesce e di Intignano, artisti segnati da esperienze informali nel corso della loro formazione sulla fine degli anni cinquanta, alla persistenza figurale di Franzese, all’interpretazione plastica allusiva alla pittura nell’istallazione di Garbellotto, dalla seduzione degli archetipi presente in artisti della generazione “di mezzo” come Sicignano e Canfora, alla sfera narrativa ottenuta declinando un linguaggio di forte suggestione onirica nel giovanissimo Marco Natale.
L'idea centrale della mostra è innanzitutto quella di relazionarsi alla pittura come sensibile “corpo”, intesa quale concreta manifestazione del percepibile, cui è concesso nelle possibilità dell’immaginazione di spostarsi “oltre il visibile”; essa rimanda ad un codice dell’espressione che si propone esiti diversi dalla pura “registrazione” delle materie attraverso le quali esse si manifestano.
È uno sguardo orientato a riconoscere la pittura come categoria, non nel senso di appartenenza ad uno specifico statuto disciplinare, declinazione di normative istituzionali conformi ad una figurazione di comodo stabilita dalla transavanguardia, ma al contrario quale “linguaggio” avvertito come necessità: in tutti questi artisti le forme della pittura permangono nel senso più alto di indagine ulteriore imprescindibile all’anima di ciascuno.